Le prove penetrometriche statiche CPT (Cone Penetration Test) consistono nella misura della resistenza alla penetrazione di una punta conica, di dimensioni e caratteristiche standard, infissa a velocità costante nel terreno, tramite un dispositivo di spinta che agisce alternativamente su una batteria di aste esterna e su una interna.
Le prove penetrometriche statiche CPT possono essere eseguite in numerose tipologie di terreni e sono tra le prove più significative per valutare la successione stratigrafica di un sito e per ottenere un’ottima caratterizzazione geotecnica del sottosuolo.
La punta meccanica, di tipo Begemann, possiede un angolo di apertura pari a 60°, un diametro di 35,7 mm e una superficie di 10 cm2 e viene infissa nel terreno mediante un sistema idraulico di spinta da 20 ton ed una batteria di aste, ad una velocità costante di 2 cm/s ± 0,5 cm/s.
Al di sopra della punta, si ha un manicotto scorrevole, con un diametro pari a 35,7 mm, una lunghezza di 133 mm ed una superficie di 150 cm2, sul quale viene misurata la resistenza di attrito laterale (fs).
Durante la fase di spinta le aste sono azionate automaticamente da un comando idraulico. I valori acquisiti, ad intervalli regolari di 0,20 m, sono visualizzati su un display digitale e risultano essere alternativamente LP (lettura alla punta) e LL (lettura laterale).
I valori di seguito calcolati qc, resistenza alla punta conica (Kg/cm2), e fs, resistenza all’attrito laterale (manicotto) (Kg/cm2), sono legati da correlazioni empiriche ad alcuni parametri geotecnici caratteristici di un terreno e permettono dunque di valutare la successione stratigrafica del sottosuolo indagato, identificando la natura degli strati attraversati.
Crestana esegue prove penetrometriche statiche CPT mediante penetrometro statico – dinamico modello PAGANI TG63/200 KN.
Schema di avanzamento di una
Prova Penetrometrica CPT
Inoltre, Crestana esegue prove penetrometriche statiche CPTU utilizzando il piezocono (punta elettrica) migliorando i dati ottenuti nelle prove statiche sia in termini di precisione di misura che come frequenza di campionamento dei dati.
Con il piezocono è infatti possibile acquisire, durante il movimento continuo di spinta, le grandezze qc (resistenza di punta) ed fs (attrito laterale) ad ogni centimetro di profondità.
Il sistema acquisisce inoltre il valore della U (Pressione Idrostatica nei Pori), l’angolo di inclinazione della batteria di aste ed il tempo di dissipazione (tempo intercorrente misurato tra la misura della sovrapressione ottenuta in fase di spinta e la pressione misurata in fase di alleggerimento di spinta).
Il piezocono è dotato di un elemento poroso di ceramica fine o di acciaio, detto filtro, di norma posizionato alla base della punta conica, che permette di misurare e registrare oltre ai parametri di resistenza alla penetrazione, qc ed fs, anche la pressione interstiziale, u2, sia durante l’avanzamento che a penetrometro fermo. La misura corretta della pressione u2 è condizionata dalla completa saturazione del filtro.
La possibilità di misurare la pressione interstiziale ha considerevolmente aumentato la capacità interpretativa della prova nei terreni saturi sotto falda. Poiché inoltre la sensibilità dello strumento alla variazione delle pressioni interstiziali è molto alta in quanto non risente di effetti di scala, è possibile identificare anche sottili livelli di terreno a permeabilità differente, la cui presenza può essere decisiva nella stima dei tempi di consolidazione.
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